Un altro effetto percettivo prospettico è la sensazione di appiattimento dell'immagine prodotta dallo zoom. Questa particolare condizione percettiva dipende da 2 aspetti: dalla distanza del punto di vista e dall'angolo d'incidenza dei raggi (in questa sede trascuriamo gli effetti dovuti alle lenti). Il primo aspetto vuole che all'aumentare della distanza, la deformazione prospettica diminuisca. L'immagine che lo zoom ci riporta è infatti ravvicinata ma il punto di vista continua ad essere fisicamente quello stanziale dell'osservatore. Questo aspetto è responsabile di una percezione geometrica prossima alla visione di prospetto. I raggi luminosi riflessi, attraverso il differente angolo d'incidenza, esaltano e comunicano prospettiva e profondità tra i piani. Questa sensazione diminuisce quando i raggi, all'aumentare della distanza, tendono al parallelismo. Inoltre diminuisce il loro angolo d'incidenza rispetto all'osservatore e aumenta la percezione “di prospetto” della superficie riducendo la sensazione delle rugosità e la conseguente sensazione prospettica legata al particolato del piano. Questo produce una percezione delle colorazioni e del particolato superficiale più uniforme. Mancando evidenti deformazioni della forma e passaggi di chiaro/scuro diminuisce la percezione della profondità. Per noi la visione prospettica ravvicinata è naturalmente impossibile e questo aumenta il senso di stupore e/o disagio percettivo. Durante le regate quante volte avete visto le barche appaiate per poi scoprire, nella visione dall'alto, un mare di distanza tra loro?