Un quadro
astratto spesso produce un certo disagio cognitivo. Prendiamo
per esempio un quadro di Wassily Kandisky. La nostra percezione
viene destabilizzata da tanta semplicità geometrica e dalla
difficoltà di relazionarla con un dato figurativo di riferimento
(processo mentale principale della percezione). Per entrare
in sintonia con quel gesto pittorico dobbiamo fare un passo
indietro e trovare l'immagine di riferimento. Il processo
percettivo di rilettura è molto evidente nel ginnasta in azione
di Kandisky; gran parte dell'astrazione pittorica, ha percorso
destrutturazioni formali di questo tipo. Gli aspetti geometrici
possono essere associati ad azioni e suoni. Ad un punto corrisponderà
un dato percussivo e, quindi, forza, pressione e rumore. In
questo senso l'astrazione viene meno e la nostra percezione
comincia a percepire, quando non trova il riferimento figurativo,
pesi, tensioni ed emozioni. La destrutturazione-codificazione
grammaticale delle geometrie favorisce la comprensione di
un linguaggio comune a tutta la storia del visivo e, quindi,
dell'arte. Stiamo parlando, ovviamente, di processi generali
e non particolari.
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